“Dai presto, sbrighiamoci a far pace che l’orgoglio è distratto”. Tra le tante frasi che si possono leggere in merito all’incidenza, spesso nefasta, dell’orgoglio nei rapporti umani, questa è una di quelle che mi ha colpito di più. Purtroppo credo che ognuno di noi abbia sperimentato direttamente o indirettamente gli effetti che un eccesso di orgoglio può produrre nei rapporti tra le persone. Ovviamente non parlo di quel sano orgoglio che deve sostenere la nostra persona nei momenti di debolezza, bensì di quell’orgoglio che mira esclusivamente a far emergere una delle parti come vincitrice (sicuro che lo sia?) o scevra da errori.
Vale la pena sacrificare le persone per non essersi piegato al buon senso? E’ davvero così gratificante fare i duri buttando a mare magari anni anni di amore? Rinunciare a fare una telefonata o a chiedere scusa per primi sapendo che così facendo si crea una fossato all’interno della famiglia o tra amici, può essere un qualcosa di cui sentirsi fieri? Secondo me no specificando bene però che questo è vero quando le frizioni o i fatti accaduti non siano di una gravità irreparabile.
Se pensiamo al trascorrere di una giornata tipo è evidente che il tempo da dedicare a noi o da trascorrere con gli altri è minoritario rispetto a quello che dedichiamo “ai doveri”: perché allora svuotare quel poco tempo di contenuti umani solo per non fare un passo indietro che spesso, ed erroneamente, si confonde come sintomo di debolezza?
Arriva sempre un momento nella vita in cui giriamo la testa in cerca di una presenza vera: è bellissimo scoprire quando intorno a noi ritroviamo anche coloro ai quali non abbiamo rinunciato per un solo momento di incomprensione ma che grazie alla “distrazione dell’orgoglio”, abbiamo continuato a goderne tutti i lati positivi offrendo loro anche i nostri.